Il profilo
dell’utilizzatore
Questo terzo elemento, nell’architettura del software didattico,
sposta l’attenzione sulle caratteristiche dell’ipotetico
(o reale) utilizzatore del software educativo.
Tornando al racconto di Pinocchio, si può pensare di realizzare
il medesimo software per tre bambini con disabilità
differenti:
• sordità,
• cecità,
• difficoltà motorie.
Come si può intuire, mentre il contenuto e la strategia
didattica sono i medesimi, quello che cambia da un prodotto all’altro
è l’interfaccia che si adotta nei singoli casi:
1) Nel caso dell’alunno cieco, diventa forte l’esigenza
di un prodotto che consenta l’uso della barra braille e
che preveda l’uscita in audio.
2)
Mentre nel caso dell’alunno sordo è necessaria un’interfaccia
grafica ricca di immagini ed eventualmente animazioni.
3) Infine per l’alunno con disabilità
motorie è fondamentale pensare a strumenti
di input alternativi alla tastiera e al mouse.
In generale, l’autore del software didattico deve definire
con precisione le caratteristiche dell’utilizzatore quali:
• L’età,
• Le difficoltà motorie e/o sensoriali,
• Il grado di scolarizzazione raggiunto, ecc.
L’obiettivo principale del profilo del target è
la definizione di un’interfaccia ottimale che consenta al
bambino di fruire pienamente del software che è stato pensato
per lui.
Più in particolare, attraverso questa parte del software
didattico si arriva a stabilire con precisione:
• l’interfaccia grafica
• I dispositivi di accesso e di interazione con il software
didattico: tastiera, puntamento (mouse, trackball) scansione (sensori
esterni)
• I dispositivi di output
• I livelli di difficoltà
• La profondità dell’argomento trattato.
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