Prima di trattare il tema del “percorso-ausilio” diamo
alcune semplici e chiare indicazioni di atteggiamento ad uso dei
non addetti ai lavori.
L’esperienza ci insegna che occorre fare attenzione a:
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Anche
se è indispensabile la conoscenza approfondita
della patologia, l’ausilio si sceglie primariamente
in relazione alla disabilità, che definisce
la capacità di svolgere una funzione in un
determinato contesto |
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non legare l’idea di ausilio alla “patologia”
(diagnosi) del bambino: gli ausili non sono medicine correlabili
a un sintomo. Infatti una stessa menomazione (es. tetraparesi
spastica) può dare luogo a disabilità diverse in
persone diverse, per non parlare della frequente presenza di più
disabilità sovrapposte; la stessa disabilità può
inoltre dare luogo a diverse situazioni di svantaggio esistenziale
a seconda dei diversi contesti di vita della persona. Infine,
persone con uguale menomazione possono svolgere lo stesso compito
con strumenti del tutto diversi, così come il medesimo
strumento può servire per svolgere funzioni differenti
(si pensi ad es. al PC).
Così, in concreto, non ha senso cercare un ausilio per
la scrittura per spastici, bensì un ausilio per la scrittura
per …….. che frequenta la classe …… nella
scuola di ……, ha difficoltà di …….
e gli obbiettivi che ci si pongono sono …… . Le soluzioni
possono essere molteplici.
- non nutrire aspettative miracolistiche rispetto all’ausilio:
per quanto potente sia l’ausilio non può essere investito
di funzioni di “normalizzatore”. In altre parole non
vale mai l’equazione: bambino disabile + ausilio tecnologico
= bambino nomale. Banale e scontato!? Non sempre, esperienza insegna.
La proposta dell’ausilio richiede sempre un contributo attivo
nell’adattamento reciproco persona-ambiente.
- non confondere la potenza tecnologica con la validità
di una soluzione: ausili tecnologicamente
poveri possono risultare molto più funzionali e immediati
di soluzioni tecnologicamente avveniristiche; per meglio dire,
si possono utilizzare ausili diversi a seconda delle situazioni
e delle risorse disponibili. Utilizzando spirito di osservazione
e buon senso, con la consulenza di un centro specializzato, si
possono escogitare soluzioni ottimali utilizzando tanto apparecchiature
“speciali”, quanto prodotti di normale commercio o
realizzazioni artigianali ad hoc.
- evitare la delega agli “esperti di tecnologie”:
molte volte capita che educatori e insegnanti si rivolgano al
nostro Centro Ausili Tecnologici affermando di non sapere nulla
di ausili informatici e chiedendo …”diteci voi che
obbiettivi sono possibili per questo bambino”, oppure “cosa
ci consigliate di fare?”.
Il confronto con il Centro Ausili
è di tipo tecnico-metodologico, per capire
quali mezzi siano più adeguati per raggiungere
gli obbiettivi ipotizzati, ma anche quali siano le
modalità di proposta e di utilizzo dell’ausilio
più adeguate. |
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Bisogna avere ben chiaro che il percorso-ausili nella scuola è
anzitutto una “presa in carico” da parte della scuola
stessa, che mantiene il proprio ruolo nel definire e perseguire
(anche in coordinamento con le risorse del territorio) gli obbiettivi
educativi e didattici. Che senso avrebbe delegare la definizione
di questi obbiettivi a soggetti esterni solo perché per
il loro raggiungimento si immagina di utilizzare tecnologie avanzate?
- considerare la situazione di vita e non la disabilità
dell'alunno: le difficoltà non sono solo del bambino
disabile, ma anche di insegnanti, educatori, famiglia, assistenti
…. Anche la proposta dell’ausilio quindi riguarda,
più o meno direttamente, tutti i protagonisti della situazione:
l’analisi del bisogno e la definizione degli obbiettivi,
non possono essere perciò frutto di improvvisazione né
l’esclusiva di una figura professionale, ma devono essere
concordati e condivisi.
- avere un atteggiamento realistico rispetto agli obbiettivi:
un consiglio può essere quello di ridefinire gli obbiettivi
post-ponendo l’aggettivo “possibile”.
Ad esempio, non parliamo di ricerca di un ausilio per l’autonomia
in una certa funzione, bensì per l’"autonomia
possibile" in quella funzione. Gli obbiettivi sono sempre
concetti relativi, sia perché riguardano una particolare
persona in un particolare contesto e momento, sia perché
si possono realizzare per piccoli passi, pensando ad un percorso
progressivo di cui oggi si vede l’inizio (l’obbiettivo
possibile, appunto) lasciando aperte prospettive più elevate
in futuro.
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