Il clima sereno e giocoso di Comfylandia, con attività graduate
per difficoltà e intensità, hanno contribuito via
via a superare le ansie, i timori, il sentimento di sfiducia, a
far sentire Giovanni a proprio agio.
E’ scattato un grande interesse che ha aumentato in modo notevole
i tempi di attenzione e di concentrazione rispetto alle attività
proposte in classe. Non si è mai evidenziata stanchezza,
né richieste di abbandonare il lavoro.
Durante numerose osservazioni si sono evidenziate notevoli difficoltà
a raggiungere gli obiettivi pe r
mancanza di comprensione delle consegne, per scarsa memoria, per
scarsa capacità di confronto, per assenza di strategie; gli
errori fatti non provocavano, comunque, in lui le reazioni che aveva
in classe (atteggiamenti stizzosi nei confronti dell’insegnante
– spinte – rifiuto a lavorare).
Ha trovato una strategia per accettare la frustrazione causata dagli
errori: quando sbaglia si mette a ridere e dice che fa uno scherzetto
come Giampi.
Ha cominciato, senza
accorgersene, a battere le mani – portando
la destra sulla sinistra – per
seguire il ritmo della canzone d’ingresso (momento
iniziale di ogni osservazione che ha il fine di sollecitare la partecipazione
motivata ad ogni percorso).
In diverse altre occasioni quando aveva la mano sinistra impegnata
a reggere la cornetta del telefono, ha usato la mano destra per
premere i tasti, ha sempre accettato la sollecitazione di far girare
il rullo con entrambi le mani. Si è sentito adeguato, di
fronte alla tastiera e ciò ha favorito il processo di costruzione
dell’autostima.
Si è anche “calato” nelle storie
con l’intento di modificarle, intervenendo intenzionalmente
in modo diverso da quello richiesto, es.: “Voglio bagnare
Baddy”.
Quando l’osservazione avviene con i compagni, rispetta il
proprio turno ma anticipa sempre quello che accadrà evidenziando
una particolare soddisfazione per essere al centro della situazione.
Sono stati sostanzialmente raggiunti gli obiettivi prefissati e
il linguaggio risulta arricchito.
L’esperienza è stata per l’alunno estremamente
utile e importante perché ha in parte modificato una “situazione
sfavorevole” caratterizzata da disagio, senso di inadeguatezza
dovute alle scarse opportunità, sollecitazioni ed esperienze
che hanno connotato i primi anni della sua vita.
Oso affermare che questa opportunità si è rivelata
determinante per porre basi stabili per l’apprendimento del
leggere, dello scrivere e per la costruzione di competenze matematiche.
Giovanni
ha vissuto un’esperienza significativa ed appagante che lo
ha aiutato a costruire una positiva immagine di sé. Il livello
di consapevolezza del proprio corpo, confrontato con due rappresentazioni
grafiche (una di settembre e l’altra di marzo – disegno
Giovanni 1 e 2) ha evidenziato un’evoluzione veramente significativa.
Ha scoperto ed affinato capacità comunicative
ed espressive; ha sviluppato abilità senso percettive (motricità
fine, orientamento spaziale, coordinazione oculo-manuale, capacità
di osservazione) che gli hanno consentito di affrontare la scrittura
e la lettura e di conseguire apprezzabili risultati.
E’ indubbio che il mondo di Comfylandia entrerà ancora
nell’esperienza didattica “normale” perché
è servito a “collocare Giovanni nel tempo e nello spazio”
e a creargli un bagaglio di esperienze senza le quali sarebbe stato
difficile ogni apprendimento.
Sono sicura che non verrà mai dimenticato, ad esempio, come
si legge “Gi” presentato come sillaba iniziale della
parola GIRAFFA: della giraffa che rideva troppo perché aveva
un rametto nell’orecchio.
Potrei citare numerosissime situazioni che hanno costituito il pretesto
per leggere e scrivere, cito per concludere che Sneily, quando ha
portato la chiave per liberare la gamba del leone, ha contribuito
a far superare le difficoltà che l’uso dell’H
può causare nel percorso della scrittura.
Uso “intelligente
del software”
Il software come attivatore di processi: Pensare al software
come trampolino per affrontare competenze didattiche non
accennate nel software stesso: ad es. dalla colorazione
al racconto! |
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Il percorso di Comfylandia effettuato dalla classe,
continua a produrre effetti positivi quali la costruzione delle
carte con la storia “Comfy e Giampi allo zoo” colorate
dagli alunni che hanno realizzato un mini-libro tutto da riordinare
e da raccontare.
Un’altra interessante sollecitazione è
venuta spontaneamente da due bambine che hanno ideato, in completa
autonomia, in orario extrascolastico una storia inventata dal titolo
“Comfy e l’albero magico” divisa in 8 sequenze
illustrate.
Questi fatti stanno a dimostrare, a mio parere, la
“potenza” che le storie di Comfylandia – opportunamente
sfruttate – possono offrire in un percorso didattico.
L’aver
partecipato alla realizzazione del progetto ha rappresentato, innanzitutto
un’opportunità per me, una sorta di scommessa che ho
portato a termine con soddisfazione. Il metodo di lavoro proposto
è servito a non perdere di vista gli obiettivi da raggiungere
e a tenere sempre monitorato il lavoro fatto.
L’interazione fra tutti i servizi coinvolti,
che dovrebbe diventare pratica consolidata, è l’unica
via da percorrere per poter realizzare interventi efficaci alla
partecipazione attiva degli alunni disabili nel contesto della vita
scolastica ed extra scolastica .
L’aver portato a termine, con successo, il progetto è
stato possibile anche grazie al lavoro paziente delle colleghe del
team della classe che hanno acconsentito di realizzare il loro percorso
didattico all’interno di Comfylandia.
Rimane doveroso, comunque, evidenziare che l’impossibilità
di riprodurre le immagini di Comfylandia ha causato una mole di
lavoro non indifferente. Per superare il problema è stato
creato un archivio di immagini (realizzato con mezzi artigianali)
con le quali è stato possibile predisporre il percorso cartaceo
che metto a disposizione di chi vorrà intraprendere “Il
viaggio a Comfylandia”.
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